Quanto dura una terapia breve strategica?
La terapia breve strategica è un intervento psicoterapico focale breve che in genere non supera le 20 sedute. I primi sostanziali miglioramenti del problema presentato devono avvenire entro le prime 10 sedute.
E’ regola dei terapeuti strategici (che sono affiliati al Centro di Terapia Strategica di Arezzo e monitorati dal Prof. Nardone) valutare costantemente l’efficacia dell’intervento, chiedere l’eventuale supervisione al Prof. Nardone e, nel caso, modificare le proprie strategie sulla base delle risposte date dal paziente, fino a trovare quella idonea a guidarlo al cambiamento definitivo della sua situazione problematica.

La terapia breve strategica da` risultati duraturi nel tempo?
I risultati delle ricerche effettuate su un campione di 21.200 casi trattati negli ultimi dieci anni, hanno mostrato non solo un’elevata efficacia dell’intervento (88% con punte del 95% di successo in media), ma anche e soprattutto il mantenersi di tali risultati nel tempo, come emerso chiaramente dai follow-up condotti generalmente a distanza di tre mesi, sei mesi e un anno dalla fine della terapia. Tali incontri hanno infatti evidenziato una minima presenza di ricadute e l’assenza di spostamenti del sintomo anche a distanza di un anno dalla fine della terapia.

Come fare quando la persona che presenta il problema non vuole rivolgersi allo specialista?
Si tratta di un’eventualita` piuttosto frequente anche e soprattutto nel caso di problematiche impedenti. In questi casi la famiglia puo` svolgere un ruolo fondamentale e determinante nel trattamento del disturbo. Il terapeuta strategico e` solito fare i primi incontri con la o le persone che lamentano il problema (sebbene questi non siano i “portatori del disturbo”) e valutare con lei o loro cosa sia possibile fare per intervenire. Verranno quindi date indicazioni su come cercare di coinvolgere chi presenta il disturbo nella terapia, oppure si optera` per una terapia indiretta che consiste nel fornire indicazioni concrete ai familiari su come comportarsi relativamente alla persona e al disturbo in questione. In seguito a questo intervento puo` capitare che il “paziente designato” decida di entrare in terapia in un secondo momento; negli altri casi la terapia procede solo in maniera indiretta.

Ritengo di avere un problema non particolarmente grave o impedente, ma sento comunque il bisogno di una consultazione con uno psicologo. E’ necessario che io intraprenda una psicoterapia o esistono anche altre forme di intervento strategico?
Nei casi di problemi non particolarmente acuti e pervasivi, il terapeuta strategico puo` proporre un intervento di consulenza breve strategica piuttosto che una vera e propria psicoterapia. La consulenza breve risulta essere particolarmente funzionale ed efficiente quando si ha a che fare con disturbi “non impedenti” (tutti quei problemi che, limitando in modo circoscritto le opportunita` di un individuo, non ne ostacolano la vita quotidiana). I disturbi non impedenti comprendono diverse categorie: difficolta` relazionali con familiari, partner
o colleghi di lavoro, problemi scolastici, problemi a livello professionale, blocchi della performance, sintomatologie potenzialmente impedenti ma che si trovano ancora nella fase di strutturazione iniziale. La consulenza breve ha un’efficacia molto alta ed un elevato grado di efficienza (al di sotto delle dieci sedute, comprendenti qualche seduta di controllo per verificare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti) ed appare particolarmente indicata per tutti coloro che necessitano di
trovare soluzioni rapide ed efficaci a problemi che, pur non essendo gravi, possono essere difficilmente superabili senza un aiuto esterno.

Sto vivendo un momento di disagio personale ma mi sento cosi` confuso da non essere in grado di identificare uno specifico problema su cui lavorare. Questo significa che la terapia breve strategica non fa al mio caso?
Accade molto frequentemente che una persona che vive un momento critico non sia in grado di definire con chiarezza il proprio stato di disagio o si senta immersa in uno stato di sofferenza dai contorni non ben delineati. In questi casi, il primo compito di un terapeuta strategico e` proprio quello di guidare ed aiutare la persona a definire in modo piu` preciso la propria situazione e a concordare l’obiettivo di trattamento su cui lavorare. Un intervento di terapia breve strategica, quindi, e` indicato ogniqualvolta sia possibile concordare uno o piu` obiettivi su cui lavorare, anche in assenza di un problema chiaramente definito.

Mi sento sommerso da una miriade di problemi che si intersecano l’un l’altro. Posso beneficiare di un intervento strategico o la mia situazione e` troppo complessa?
E’ piuttosto frequente che problemi di ordine diverso si sommino e si aggravino vicendevolmente. In questi casi, compito del terapeuta e` quello di individuare, insieme al cliente, delle priorita` di intervento su cui focalizzare le prime mosse del trattamento. Una volta fatto questo, il terapeuta guidera` la persona ad affrontare gradualmente tutti gli altri aspetti della situazione problematica, fino a portare al raggiungimento degli obiettivi concordati all’inizio del trattamento

La terapia breve strategica prevede l’utilizzo di farmaci?
La terapia breve strategica e` un intervento di tipo psicoterapico e, come tale, non prevede l’ausilio di farmaci. Qualora il paziente arrivasse in terapia con una cura farmacologica in corso, si suggerisce di proseguire con la cura farmacologica seguendo le indicazioni del proprio medico o psichiatra. Sara` preoccupazione del terapeuta – negli ultimi stadi della terapia e in seguito a consultazione con il medico che ce l’ha in cura – renderlo in grado, se possibile, di ridurre gradualmente l’utilizzo dei farmaci, fino ad arrivare ad una completa interruzione dell’assunzione. Questo avviene, generalmente, in tutti i disturbi d’ansia (ansiageneralizzata, attacchi di panico, ossessioni, compulsioni, agorafobia e altre fobie), disordini alimentari o depressione reattiva, che giungono in terapia con una terapia farmacologica in corso. In questi casi, liberare la persona dalla dipendenza dal farmaco rappresenta uno dei compiti principali del terapeuta e un aspetto fondamentale per poter dichiarare la terapia conclusa efficacemente.

Sono gia` in terapia per il mio disturbo presso uno specialista (medico, omeopata, psicologo, psichiatra).

Posso iniziare una terapia di tipo strategico oppure devo prima interrompere il trattamento attualmente in corso?
La terapia Breve Strategica non presenta alcuna “controindicazione” rispetto alla coesistenza di altri interventi terapeutici. Di conseguenza, la persona che sta seguendo una psicoterapia di altro tipo oppure una terapia omeopatica o farmacologica puo` rivolgersi a un terapeuta strategico senza dover interrompere il trattamento attualmente in atto. In particolare, nei casi in cui la persona e` in cura da uno specialista in medicine non convenzionali, i trattamenti avvengono in sinergia con il comune obiettivo di superare la dipendenza da psicofarmaci ed i conseguenti effetti collaterali.

Nostro figlio/a ha dei problemi che probabilmente richiedono un intervento psicoterapico ma e` ancora piccolo. La terapia strategica interviene anche in questi casi? In ogni caso, noi, come genitori, possiamo fare qualcosa?
Da un punto di vista strategico, portare in consultazione psicologica un bambino e` un evento potenzialmente dannoso. Infatti, oltre a dar vita ad un pericoloso processo di “etichettamento diagnostico”, l’essere in cura da uno psicologo rischia di far sentire il bambino “anormale”, “cattivo” o, comunque, “diverso”. Quando si ha a che fare con bambini al di sotto dei 12 anni (o comunque prima della pre-adolescenza), in genere la leva piu` vantaggiosa per produrre un cambiamento appare la famiglia stessa, piuttosto che la figura esterna del terapeuta, attraverso una terapia indiretta condotta con i genitori. Grazie a concrete indicazioni di comportamento, i genitori saranno guidati dal terapeuta a modificare determinati atteggiamenti che porteranno alla soluzione del problema presentato dal figlio, senza che sia necessario vedere il bambino in seduta nemmeno una volta.

Credo di avere un problema di coppia, ma il mio partner non vuole rivolgersi ad uno specialista. Posso fare qualcosa anche da solo?
Sebbene la Terapia Breve Strategica lavori anche con le coppie (ovvero vedendo entrambi i partner in seduta), la maggior parte dei problemi definiti “di coppia” si rivelano spesso piu` facilmente affrontabili lavorando con uno solo dei due membri. Una persona che ritenga di vivere una difficolta` di coppia puo` quindi rivolgersi a un terapeuta strategico senza necessariamente dover coinvolgere il partner nella decisione. Sara` poi il terapeuta, esaminando a fondo il tipo di problema e la situazione presentata, a valutare se sara` possibile, o addirittura preferibile, condurre la terapia con uno solo dei membri, o se sara` invece necessario coinvolgere in qualche modo l’altro partner, almeno in qualche fase del trattamento.